Voglio dedicarmi una canzone. Lo faccio sempre, sapete? Io mi dedico sempre canzoni. Fosse per me, potrei dire di essere la protagonista di tutte le poesie di Brian e Conor, come se fosse da me che hanno tratto la loro ispirazione, come se per un momento effimeramente eterno io mi tramutassi nella loro musa, assumendo l'ameno ruolo di ideale supremo dell'arte. Quando dico ameno potrei anche dire esorcistico, e benchè si possa pensare che i due attributi tra loro contrastino, io, al contrario, li vedo profondamente legati. Ritengo infatti con fermezza che la poesia funga da miglior antidoto contro il dolore, riuscendo essa, per mezzo della sua forza liberatrice e nobilitante, a purificare i disperati dai loro demoni. In una frase: all this death must need a counterweight, always someone born again.
Anche i compleanni hanno la loro colonna sonora. Annualmente c'è sempre qualcuno che ti dedica il tanti-auguri-a-te, così oggi voglio fare le cose in grande e dedicare a me stessa un tanti-auguri-a-me, ma non sarà quello stesso ritornello gioioso a cui ci hanno fatto abituare, no; sarà una sinfonia di bassi, grevi e taglienti, tragici come piacciono a me: "All eyes on the calendar, another year I claim of total indifference. To here, the days pile up with decisions to be made, I'm sure all of them were wrong into this song, I send myself, and with these drinks I plan to collapse and forget this wasted year, these wasted years, well, devoted friends, they disappear. And I'm sorry about the phone call, and needing you, some decisions you don't make, I guess it's just like breathing and not wanting to, there are some things you can't fake. I guess that it's typical to cling to memories you'll never get back again, and to sort through old photographs of a summer long ago, or a friend that you used to know. And there, below his frozen face, you wrote the name and that ancient date, that ancient date. And you can't believe that he's really gone, when all that's left is a fucking song. I'm sorry about the phone call and waking you. I know that it is late. But thank you for talking, because I needed to. Some things just can't wait". Domani questo capolavoro risuonerà nelle mie orecchie come un'acid lullaby - se mi è consentito prendere a prestito questa espressione di Brian, così perfettamente calzante con quanto voglio raffigurare.
Non avrò bisogno di cercare la parole adatte per descrivere la mia depressione, esse mi sono state presentate su di un piatto d'argento come dono di questo mio ventesimo anniversario di vita - che probabilmente sarebbe meglio definire apatia. Chi ha inventato le feste di compleanno? Chi diavolo ha avuto questa terribile idea? Presumibilmente qualcuno che era felice, qualcuno che voleva condividere col resto del mondo la fortuna di aver preso parte a questa giostra terrestre. Io, che decisamente non provo empatia per tale essere creatore di questa giornata di festa, ho però qualcosa in comune con lui: anch'io sento il mondo che gira. Ruota quotidianamente sul suo asse, in una danza che però mi fa venire le vertigini: "And the world’s got me dizzy again. You think after 22 (20) years I’d be used to the spin. And it only feels worse when I stay in one place, so I’m always pacing around or walking away". Oppure, per ricollegarmi alla metafora della giostra: "Well the future's got me worried, such awful thoughts. My head's a carousel of pictures, the spinning never stops".
Troverò un rimedio: so tonight to celebrate I will poison myself , domani sera per festeggiare mi avvelenerò di nuovo, oscurando la mente di pensieri color nero corvino (raven thoughts blacken your mind until you're breathing in reverse) così da perdere i sensi per poter finalmente dimenticare "questo anno sprecato, questi anni sprecati". Gli occhi sono puntati sul calendario che, come nel titolo di una meravigliosa canzone di Conor, si impicca da solo, evidenziando il suo incessante avanzare. I giorni passati sono defunti: and now it all seems so familiar, like pages turned on calendars, we get the same twelve months to fuck things up, year after year. Non l'ho mai programmato, ma è così che va. Se solo potessi disfare questa trama che mi va stretta, la ricucirei più accuratamente e tenterei anche di non pungermi più le dita, perchè so che fa male: "If you could change your days arranging them in some sweet new sequence, like any new arrangement's gonna make a difference, 'cause it's the moment that you're living in, and not the one that follows, that makes this mess you're cleaning in your head. And time still drags you forward, though you keep resisting...".
Forse rimpiango un passato fanciullesco in cui il mondo era solo una bella favola raccontata la sera prima di andare a dormire. Ora tutto è cambiato: as the day disappears from the sky, into night, we became what we wanted to be, like a dream or a ghost. Più verosimilmente mi trasformo nel fantasma delle mie paure, il quale spesso si incarna in lacrime possenti, represse il più delle volte per non fare del male alle persone che ti circondano. Condividono, con lo spettro che rappresentano, la sua impercettibilità, infatti tanto quanto esso è invisibile, tanto queste sono mute, ma ciò non significa che non esistano. Esse scorrono (the desperate are water, they’ll run down forever as they soak into silence, and end up together in a dark and distant place) e sulla pelle che le ha accolte lasciano un segno, il quale assume le sembianze di una lettera contenente al suo interno parole di sconforto: "and I wrote a letter to my family, said it's not your fault, and you've been good to me. Just lately I've been feeling like I don't belong, like the ground is not mine to walk upon. And I sat watching a flower as it was withering, I was embarrased by its honesty. So I'd prefer to be remembered as a smiling face, not this fucking wreck that's taken its place. So please forgive what I have done, no you can't stay mad at the setting sun, 'cause we all get tired, I mean eventually there is nothing left to do but sleep"... e così ti addormenti, entri in uno stato di baratro totale e, al contempo, di fine consapevolezza: "I know I can’t keep living in this dead or dying dream".
You nod in an acknowledgement of your frequent mood swings, yeah what good's an acknowledgement, it still don't change things. We tried all forms of encouragement, but it's still no better: you just can't seem to fake or force a smile, not even a little one". Conor me lo dice anche nel mio tanto amato tanti-auguri-a-me, I guess it's just like breathing and not wanting to, there are some things you can't fake...
Unica correzione che dovrei apportare a questo capolavoro per renderlo del tutto conforme a quanto io provo sarebbe l'aggiunta del tempo passato al verbo 'disappear'. Amici che si dichiaravano devoti sono spesso svaniti nel loro vanishing act, senza preavviso, senza motivo, ma oggi come oggi posso ritenermi fortunata sotto questo aspetto. Credo che se non avessi vicino i miei amici, alcuni in particolare (tu sai che sto parlando anche di te) ora mi sentirei oppressa totalmente: I know you try to play it cool but there are some thoughts you just can't hide. Only in your closest friends would you confide. Fino a pochi anni fa mi capitava spesso: in the middle of drinks, maybe the fifth or the sixth, I'm completely alone at a table of friends, I feel nothing for them. I feel nothing, nothing. Ora invece non vedo l'ora che arrivi domani solo per incontrarli. Non muoio dal desiderio di festeggiare me stessa, bensì la loro amicizia: I'll get home and meet my friends at our favorite bar. We'll get some lighter heads for our heavy hearts. And we will share a drink. Yeah we will share our fears and they will know how I love them. They will know how I love. They will know how I love them. I am nothing without their love.
"You can't capture this with camera clips, no, it don't exist. Just light on negatives, another candle on a birthday cake, and a wish you make. Well, if the costume fits, keep wearing it, but no Halloween could quite account for this. I guess you're getting into character, or just be yourself, if that would help, or sink completely into someone else. You dreamt of mountains but sometimes a hole is more comfortable".