"Un cuore non può contenere tutto quello spazio vuoto. Si spezza. Si spezza. Si spezza..."

Think I'll Leave it all Behind, Save this Bleeding Heart of mine

Ieri sera ho fatto quello che più mi piace. Sdraiata sul letto, con la luce soffusa, ho ascoltato la mia musica. Adoro ritirarmi nei miei pensieri... No, non fraintendetemi, non intendo dire che i miei pensieri siano speciali. Piuttosto potrei dire che sono come un contenitore; basta saperlo riempire bene...
n'unica chitarra acustica accompagnata da un'unica voce -inconfondibile- mi ha tratto in inganno, anche se poi alla fine non ne avevo tutti i torti. Conor Oberst: è lui i Bright Eyes. E' lui che scrive, è lui che canta e suona. Spesso i suoi testi sono adagiati al di sopra di note provenienti da un solo strumento, per lo più una chitarra acustica; altre volte invece la musica è più composita: ecco che entrano in gioco gli altri Bright Eyes. Questi musicisti però vanno e vengono, a parte uno, Mike Mogis, che fa coppia con Conor sin dall'inizio dei primi anni '90. Visivamente direi che sono proprio loro due i Bright Eyes, ma nella sostanza gli Occhi Splendenti sono quelli di Conor.
amarla ogni minuto sempre di più. Non si tratta solo del timbro (su questo aspetto Madre Natura è stata assai generosa): c'è molto di più nella sua voce, molto di più di uno splendido suono.Innanzi tutto pronuncia l'inglese in maniera sublime (tanto sublime che se l'Anonimo del Sublime fosse stato in vita le avrebbe dedicato un intero capitolo del trattato, eheh!). Come dire... è speciale. Ogni singola parola, per mezzo delle sue labbra, diventa preziosa e affascinante; anche le parole apparentemente meno importanti, come delle semplici congiunzioni, dette da lui assumono un'aura incantata, meravigliosa. La sua voce le modella, le plasma in un modo tutto suo... un modo che a me lascia letteralmente affascinata. Sogno di avere una pronuncia simile, lo sogno spesso (se qualcuno dall'alto mi volesse invece concedere quella di Brian, è ugualmente ben accetta, ihih!). Peccato che i sogni son desideri, ed io non sono Cenerentola.
Ad ogni modo, mi piacerebbe molto andare a fare pratica sul luogo... raggiungerlo in Nebraska (ho trovato finalmente una scusa per andarlo a trovare... la lingua inglese ^_^) e più esattamente nella sua cittadina: Omaha. Ecco, prendiamo ad esempio questa parola: il modo in cui la prinuncia Conor la rende già piena di significato. A me lascia senza fiato... Per non parlare poi di come pronuncia il titolo del suo ultimo album, "Cassadaga" (anche questo nome di città): è capace di farmi raggiungere uno stato di beata esaltazione attraverso un unico suono. Mica male...
Abbiamo appurato che sentirlo parlare mi dà alla testa (nel senso buono del termine)... vogliamo parlare poi di quando la sua voce si interseca col suono delle sue chitarre? Come minimo posso dire che qui accade un'altra magia. Adoro quando sussurra e adoro quando urla. Adoro come scelga di allungare le consonanti e non le vocali. Adoro il suo canto sincopato: la voce tremolante, le frasi spezzate, i fuori tempo
così perfetti da renderlo unico. La sua perfezione sta nell'imperfezione manifestata e voluta. La rima è talvolta appositamente non ricercata, talvolta invece ricercata. Quando c'è, è intelligente e sorprendente: non scade mai nella monotonia, anzi, viene utilizzata come potente mezzo per decorare la storia. I testi, di fatti, sono pura poesia. Ogni verso riflette la sua genialità e la sua innata capacità di raccontare, esprimere e osservare. Amo ritrovarmi nelle sue parole, vedere che la pensiamo allo stesso modo; solo che il modo in cui dice le cose è tutt'altro che banale. Non trovate che veder tradotto un proprio pensiero attraverso il filtro della poesia sia di quanto più affascinante si possa chiedere all'arte?
Io amo l'inglese, da sempre. Vedere una persona in grado di servirsene in maniera così acuta è per me un piacere infinito. Letteralmente. Una tale conoscenza della lingua non è per nulla scontata, nemmeno per un madrelingua. Io sono la prima a pensare che dovrei imparare a parlare e a scrivere meglio nella mia lingua. Non tutti siamo dotati della capacità di servirsi di uno strumento alla perfezione, in modo da saperne trarre ogni più piccolo vantaggio. Ci vuole... talento. E Conor ne ha sinceramente da vendere.
...Ho come la strana sensazione che potrei continuare a scrivere di Conor all'infinito. Mi conviene fermarmi qui per ora, prima che faccia notte fonda. Non penso che qualcuno abbia avuto il coraggio di leggere tutto questo post, e posso assolutamente capirlo. D'altronde, molto egoisticamente, sto scrivendo per me stessa. Perciò non ho il diritto di pretendere nulla.
Vi saluto lo stesso. Un bacio.
Come si inizia un blog?
tuale. Diciamo che sono abituata a non vivere in 3d... (ecco che già parto in osservazioni strampalate... vi avevo avvisato, no?). Mi rifugio in quella dimensione che si chiama musica e non esco più. Ma come si fa a voler abbandonare qualcosa che, seppur usando quello strano strumento che è la contraddizione, riesce a elevarti a un benessere sincero? Come dire: and I sing and sing of awful things, the pleasure that my sadness brings, as my fingers press on to the strings, yet another clumsy chord...